attacchi BEC

Dentro l’evoluzione del BEC: quando l’e-mail diventa una trappola

Dentro l’evoluzione del BEC: quando l’e-mail diventa una trappola

Dentro l’evoluzione del BEC: quando l’e-mail diventa una trappola

09-09-2025

Sei seduto alla scrivania, un’e-mail appare sul tuo monitor: “Urgente: modifica coordinate bancarie per il pagamento del fornitore XYZ”. Sembra assolutamente legittima. Questo è il mondo del Business E-mail Compromise (BEC): attacchi invisibili che si evolvono più velocemente di qualsiasi antivirus.

Questi attacchi rappresentano attualmente una delle minacce più insidiose nel panorama della cybersecurity aziendale, sono tanto redditizi per gli hacker quanto devastanti per le organizzazioni colpite.

 

Dalla nascita ad oggi

Prima di proseguire, è importante distinguere il BEC dal phishing. Il phishing è un attacco più generico e rivolto a un ampio pubblico, volto a rubare informazioni personali o far cliccare su link dannosi. Il BEC, invece, è mirato: prende di mira specifici ruoli aziendali come CEO, CFO o responsabili finanziari, impersonando persone fidate per ottenere denaro o dati sensibili.

I primi attacchi BEC erano relativamente semplici, basati su e-mail generiche che imitavano CEO o CFO richiedendo trasferimenti urgenti. La grammatica scadente e i dettagli imprecisi li rendevano spesso identificabili. Col tempo gli aggressori hanno iniziato a condurre ricerche approfondite sui target, studiando organigrammi aziendali, calendari pubblici e comunicazioni sui social media. Le e-mail divennero così più convincenti e personalizzate.

Oggi, un attacco BEC può sembrare perfetto perché sfrutta l’ingegneria sociale, l’intelligenza artificiale e la conoscenza dell’azienda:

  • L’email è inviata da un account reale compromesso.
  • Il linguaggio è naturale, quasi indistinguibile da quello del CEO.
  • Le richieste sono urgenti, mirate e studiate per sfruttare la psicologia della paura e della fretta.

Gli attaccanti utilizzano anche algoritmi di machine learning per analizzare lo stile comunicativo dei dirigenti, creano voci sintetiche per chiamate telefoniche fraudolente e sfruttano piattaforme di collaborazione come Microsoft Teams o Slack.

 

Tecnologie e astuzia

Come reagire allora a questa minaccia invisibile? Immagina di avere cinque scudi:

  1. Formazione continua – organizza sessioni di awareness regolari, simulando attacchi BEC per testare la preparazione del personale. La formazione deve essere pratica e aggiornata sulle ultime tecniche.
  2. Segregazione dei privilegi: nessun singolo individuo dovrebbe avere l’autorità di autorizzare trasferimenti significativi senza supervisione. Il principio del “dual control” riduce drasticamente i rischi.
  3. Verifica incrociata – implementa procedure obbligatorie per la verifica di richieste finanziarie. Ogni trasferimento superiore a una soglia prestabilita deve essere confermato attraverso canali alternativi (telefono, persona).
  4. Tecnologia di monitoraggio – implementa sistemi di monitoraggio delle comunicazioni che identifichino pattern sospetti, come richieste urgenti di trasferimenti o modifiche improvvise nei dettagli di pagamento.
  5. Tecnologie di sicurezza: utilizza soluzioni di e-mail security avanzate con analisi comportamentale e rilevamento anomalie. L’autenticazione a due fattori è essenziale per tutti gli account aziendali.

 

La lezione da imparare

Il BEC è una sfida umana, tecnologica e organizzativa. Ogni e-mail sospetta diventa un test: chi la riceve può fermare l’attacco o aprire la porta. La sicurezza diventa cultura e ogni dipendente deve essere un guardiano. La prevenzione rimane l’arma più efficace: un dipendente preparato vale più di qualsiasi firewall.

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