
“Abbiamo perso tutto”: difenditi dai ransomware per evitare che sia la tua azienda a dirlo
“Abbiamo perso tutto”: difenditi dai ransomware per evitare che sia la tua azienda a dirlo
“Abbiamo perso tutto”: difenditi dai ransomware per evitare che sia la tua azienda a dirlo
19-08-2025
Lunedì, ore 9.00. Il primo caffè è ancora caldo sulla tua scrivania. Accendi il computer, provi ad aprire i file del gestionale e… niente. Tutto bloccato. Sullo schermo compare una schermata nera: “I tuoi dati sono stati criptati. Per riaverli, invia 5 bitcoin all’indirizzo indicato”.
Non è una scena da film, è quello che succede ogni giorno a decine di piccole e medie imprese in tutta Europa, spesso senza fare notizia, ma con conseguenze molto concrete.
Se pensi che il ransomware sia solo un problema tecnico, sei fuori strada. È un business multimiliardario, gestito da gruppi criminali organizzati, il più delle volte meglio strutturati delle aziende che attaccano, che siano ospedali, fornitori energetici o piccole aziende di provincia.
Nessuno è troppo piccolo per finire nel mirino. Anzi: proprio le PMI, con difese più deboli, sono diventate il bersaglio perfetto e un attacco può significare settimane di inattività, perdita di dati strategici, anche danni legali se sono coinvolti dati personali dei clienti.
Cos’è un ransomware?
Il ransomware è un software malevolo che, una volta entrato in un sistema informatico, crittografa i dati aziendali rendendoli illeggibili e inutilizzabili. La richiesta di riscatto – di solito in criptovaluta – arriva ben presto con la promessa di riottenere l’accesso ai file.
Oggi si sente parlare anche di Ransomware-as-a-Service (RaaS), un modello in cui gli hacker “affittano” ransomware a gruppi meno esperti in cambio di una percentuale sui riscatti. Con costi bassi e strumenti sempre più sofisticati, attaccare è più facile che mai.
Come entra un ransomware nei sistemi?
Attraverso e-mail di phishing, allegati infetti o link camuffati. Altre volte, sfrutta falle in sistemi non aggiornati o credenziali rubate.
Il processo segue tre fasi principali:
- Infezione: il malware entra nel sistema, di solito grazie a un errore umano (come appunto cliccare su un link sospetto).
- Crittografia: i dati vengono bloccati e resi inaccessibili.
- Estorsione: viene richiesto un pagamento per ottenere la chiave di sblocco.
Alcuni ransomware, inoltre, rubano i dati prima di crittografarli, minacciando la pubblicazione online se il riscatto non viene pagato. Un doppio ricatto dunque: perdita operativa e danno reputazionale.
Cosa fare prima, durante e dopo un attacco
- Prima: prevenzione e consapevolezza
- Effettua backup regolari e salvali anche offline.
- Aggiorna costantemente software e sistemi operativi.
- Adotta un sistema di autenticazione a due fattori per gli accessi.
- Forma i dipendenti a riconoscere le minacce.
- Durante: la fase del contenimento
- Isola subito il dispositivo o il sistema infetto.
- NON pagare il riscatto: non offre garanzie e alimenta l’economia criminale.
- Contatta un team di esperti in risposta agli incidenti.
- Dopo: analisi e miglioramento
- Verifica se i dati sono stati esfiltrati e valuta eventuali violazioni della privacy.
- Rafforza le misure di sicurezza in base all’attacco subito.
- Notifica l’incidente alle autorità competenti, se richiesto.
Pagare non è un piano B, è un errore
Quando tutto è bloccato e ogni minuto pesa, pagare può sembrare la scorciatoia più rapida, ma spesso è solo l’inizio di nuovi guai. Pagare un riscatto non risolve, complica.
I file potrebbero non tornare mai, oppure tornare corrotti e inutilizzabili. Il malware potrebbe anche restare silente, pronto a riattivarsi.
Se paghi, inoltre, diventi un “cliente”, un bersaglio facile che ha già dimostrato di cedere. Sono molti i casi in cui chi paga viene colpito di nuovo.
Per non dimenticare il rischio legale: i fondi del riscatto potrebbero finire in circuiti collegati a gruppi terroristici o organizzazioni soggette a sanzioni internazionali. A quel punto, oltre al danno… anche la denuncia.
Dormire non è un’opzione
I criminali non dormono, ma spesso le aziende sì: sottovalutano, rimandano, tagliano sul budget per la sicurezza.
Poi arriva quel lunedì mattina in cui tutto si blocca ed è in quel momento che capisci che investire in protezione non era una spesa da evitare.
Articoli Recenti
“Abbiamo perso tutto”: difenditi dai ransomware per evitare che sia la tua azienda a dirlo
Lunedì, ore 9.00. Il primo caffè è ancora caldo sulla tua scrivania. Accendi il computer, provi ad aprire i file del gestionale e… niente. Tutto bloccato. Sullo schermo compare una schermata nera: “I tuoi [...]
DLP e Shadow IT: gestire la sicurezza dei dati nell’era delle app non autorizzate
Quando ogni clic può aprire una porta sul mondo e ogni app promette efficienza immediata, il confine tra produttività e rischio si fa sempre più sottile. La tecnologia evolve più velocemente delle policy aziendali [...]
Data Breach: cos’è, cosa rischia il titolare e come gestirlo secondo il GDPR (e non solo)
Un data breach – secondo il Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) – è una violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o illecitamente la distruzione, perdita, modifica, divulgazione non autorizzata o accesso ai dati personali trattati [...]
Password Manager Mamacloud: password sotto controllo, stress sotto zero
Tra account e-mail, social, app, e-commerce e chi più ne ha più ne metta, oggi ricordare tutte le password è diventata un’impresa... da supereroi della memoria…ma perché faticare, quando puoi affidarti a un alleato [...]